SANGUE CORDONALE

Dopo il parto la placenta generalmente si butta e invece si puo' utilizzare per salvare una vita

All’inizio degli anni 90 si è scoperto che il sangue del neonato contenuto all’interno della placenta è una preziosa fonte di cellule da cui possono generare globuli rossi, globuli bianchi, piastrine (cellule staminali). Tali cellule di origine placentare possono offrire addirittura dei vantaggi rispetto alle cellule staminali provenienti dal midollo osseo di donatori adulti; infatti il sangue cordonale è facilmente ottenibile senza alcun rischio per la madre ed il neonato, gli agenti infettivi sono meno frequenti, il rischio di rigetto è minore, nelle banche di sangue da cordone il numero delle unità cresce in maniera continua aumentando così la possibilità per i pazienti di trovare cellule compatibili.

Chi può effettuare la donazione?

Qualsiasi futura mamma, purché non affetta da malattie trasmissibili, può donare il sangue del cordone ombelicale al termine del parto, senza alcun rischio.

Dove può essere effettuata la donazione?

Tale donazione può essere effettuata presso molte reparti di ostetricia di molti ospedali italiani.

Quando e come viene effettuata la raccolta?

La raccolta viene effettuata in occasione del parto: la donatrice, reclutata durante la gravidanza, deve esprimere la disponibilità alla donazione e sottoscrivere un consenso informato. In tale consenso devono essere presenti i seguenti punti:
• dichiarazione di essere stata chiaramente informata sull’utilizzo del sangue placentare prelevato e della possibilità che questo venga messo a disposizione di pazienti che necessitano di un trapianto; • assenza di rischi per la madre e per il bambino;
• disponibilità da parte della madre a sottoporsi ad un prelievo di 10-15 ml di sangue al momento del parto per effettuare esami necessari per escludere malattie trasmissibili (epatiti, hiv, sifilide, toxoplasmosi, rosolia, citomegalovirus);
• disponibilità ad essere ricontattata dopo sei mesi, qualora la donazione sia risultata idonea, per sottoporsi ad un altro prelievo di sangue per effettuare nuovi test per escludere la possibilità di trasmettere malattie infettive non evidenziate nel controllo precedente;
• deve impegnarsi a non avanzare in futuro nessun diritto sul campione di sangue placentare;
• per i dati personali della madre e del bambino verrà garantita la più assoluta segretezza e riservatezza: la donazione resterà anonima.
L’operatore della banca o del centro di raccolta (in genere reparto di ostetricia) sottopone alla madre un questionario predisposto per verificare se sussistono criteri di esclusione quali:
• durata della gravidanza inferiore alle 35 settimane
• stato febbrile della madre superiore a 38°c
• malformazioni note del neonato
• patologie genetiche della madre o del padre
• comportamenti a rischio o positività per malattie infettive
• rottura premature delle membrane superiore a 12 ore
• stress fetale
La raccolta del sangue cordonale viene effettuata presso la sala parto e può essere effettuata sia con placenta in utero che dopo il secondamento, sia in caso di parto naturale che di parto cesareo posizionando la placenta su un ripiano con il cordone pendente verso il basso. Nel caso di parto naturale la raccolta viene effettuata quando la placenta è dentro l’utero (per sfruttare l’azione di “spremitura” delle contrazioni uterine), dopo aver bloccato il cordone a circa 5-10 cm dal neonato, attraverso la puntura della vena ombelicale con un ago da 16 g raccordato ad una sacca di raccolta. Il cordone va delicatamente spremuto per favorire il deflusso del sangue. Possono essere utilizzate le comuni sacche di raccolta singole che vengono preparate e manipolate in ambiente sterile per ridurre la quantità di anticoagulante a circa 20 ml, quantità sufficiente a garantire la non coagulabilità del sangue placentare raccolto (la quantità raccolta deve essere superiore a 45 al e non supera in genere i 150 ml). Sul sangue fetale viene effettuata la tipizzazione hla di i classe (a-b-c). Poiché circa i due terzi delle persone che necessitano di un trapianto di midollo non hanno un donatore compatibile la loro unica possibilità rimane quella di affidarsi ad adulti donatori volontari tramite appositi registri, ma il numero di tali donatori è a tutt’oggi insufficiente al numero delle persone in attesa di trapianto: la creazione di banche di sangue cordonale potrà garantire ad ogni persona malata una possibilità di guarigione.